A scuola di sostenibilità con la Sustainability Management School
Intervista a Ivana Modena, Presidente della SUMAS, la prima Università Internazionale basata in Svizzera con Corsi Accademici totalmente declinati sulla Sostenibilità. I cordi iniziano ad Ottobre 2013
Domanda:
Come è nata l’idea di una Business School per lo sviluppo sostenibile?
Risposta: Durante le mie esperienze di vita e professionali, mi sono resa conto che oggi diventava sempre piu’ necessario formare figure professionali in grado di condurre un’azienda verso l’incremento del profitto, ma anche con un occhio di riguardo al risparmio energetico, alla tutela ambientale e, ovviamente, anche ai risvolti sociali del lavoro.
D. : Come descriverebbe la Sustainability Management School?
R. : La Scuola di Management della Sostenibilità è la prima scuola privata in Europa totalmente dedicata al tema dello Sviluppo Sostenibile in termini economici, ambientali e sociali. È l’unica istituzione ad aver sviluppato tutta la sua offerta accademica intorno a questi punti. La parola chiave di SUMAS è dunque Sostenibilità. L’offerta accademica si concentra in corsi di Diploma, Laurea, Masters e MBA:
- Diploma in Responsible Leadership
- Diploma in Sustainability Management
- Diploma in Finance and Responsible Investment
- Diploma in Gestione del Patrimonio Culturale
- Laurea in Business Administration in Sustainability Management
- Laurea in Finance and Responsible Investment
- Master in Finance and Responsible Investment
- Master in Gestione del Patrimonio Culturale e della Sostenibilità
- Master in Leadership and Green Communications
- MBA in Sustainability Management
- Online MBA in Sustainability Management
Organizziamo, fra l’altro, anche Corsi per Executives.
SUMAS, in generale, colma un vuoto che esiste oggi nelle tradizionali Business Schools, ovvero la distanza fra la formazione per la gestione aziendale e le competenze scientifiche per uno sviluppo sostenibile.
D. : Ci puo’ dire qual
i sono gli elementi innovativi della SUMAS?
R. : Ai ragazzi e ai managers non possono essere insegnate le stesse nozioni di economia aziendale di decenni fa. Occorre introdurre elementi anche di waste management, ovvero della gestione dello scarto produttivo e dei rifiuti; si deve insegnare la finanza responsabile, alla luce del fatto che l’attuale condizione di crisi è stata anche provocata da un atteggiamento manageriale non responsabile; il technological development, ovvero lo sviluppo di materiali e processi non dannosi per l’ambiente. Materie nuove ed innovative come “Global business and biodiversity”, “Natural Resources Management” or “Sustainable Finance and Responsible Investments (SFRI)” fanno parte del ciclo di studi. Insomma, ho creduto che per affrontare le nuove sfide anche gli stessi strumenti andassero rinnovati.
D. : Come reclutate gli studenti?
R. : Come molte Business Schools in Svizzera, ho fortemente puntato sulla qualità della didattica e su uno standard internazionale. Le nostre lezioni, in inglese, sono svolte da docenti qualificati, con decenni di esperienza nei ruoli ricoperti all’interno di organizzazioni internazionali e nelle multinazionali. Riceviamo molte richieste per essere ammessi, da tutte le parti del mondo, ma chiaramente puntiamo su studenti meritevoli e che abbiano a cuore il tema. Il primo parametro che valutiamo è il livello d’inglese, seguito dai certificati scolastici e dalla reale motivazione. Abbiamo inoltre stabilito un meccanismo di borse di studio per accedere ai nostri corsi.
D. : Che possibilità offrite ai giovani volenterosi?
R. : Come spiegavo in precedenza, incentiviamo le domande da parte di giovani che vogliono studiare all’estero, confrontarsi con altre culture e interessarsi al tema dello sviluppo sostenibile. Certo, non è sempre facile, specialmente in un momento economicamente difficile, ma si tratta di fare un sacrificio per trarre un grosso beneficio in futuro. L’eccellenza del sistema formativo svizzero è infatti riconosciuta in tutto il mondo. La Scuola di Sustainability Management, inoltre, si trova a Gland, fra Ginevra e Losanna, nella Svizzera francese, nota per la sua stabilità e sicurezza. La zona ha rinomanza internazionale per la presenza di numerose istituzioni finanziarie e internazionali, come le Nazioni Unite, il Comitato Internazionale della Croce Rossa, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio e molte altre. Le offerte di lavoro qui non hanno subito il drastico calo come, purtroppo, è avvenuto in Italia o in altri Paesi. Credo che questo sia un grande benefit. E per gli studenti che lo vogliono, l’Italia e’ davvero vicina, anche per ritornare a viverci.
D. : Avete relazioni con altre istituzioni internazionali?
R. : Abbiamo un rapporto, direi anche quotidiano, con la IUCN, la International Union for Conservation of Nature. I nostri uffici, infatti, sono all’interno della loro struttura, e organizziamo spesso inziative in comune. Io sono inoltre membro del CEC ( Comitato Educazione e Comunicazione) della IUCN.
Dalla International Unionè nato il WWF, con cui abbiamo rapporti istituzionali, e gli stessi obiettivi li condividiamo con la UNEP, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della Protezione dell’Ambiente. Ma non solo: siamo membri dell’ACBSP, la Organizzazione Americana che accredita i programmi distudio delle Business Schools, e della EFMD, la “controparte” europea.
Oltre a questo, abbiamo rapporti stretti con le scuole internazionali presenti in Svizzera, Italia, Spagna, Francia, America Latina ed Emirati Arabi.
D. : Cosa direbbe agli studenti italiani?
R. : Io credo molto in una formazione internazionale e che avvenga al di fuori dei propri confini. Essere italiani, qui in Svizzera, viene visto di buon occhio, in quanto abbiamo ancora dei punti di forza che ci rendono competitivi e che non dovremmo mai perdere. Penso alla creatività italiana, alla nostra volontà, al carattere estroverso, che puo’ portare un raggio di sole qui in Svizzera.
Venite, quindi, fate la vostra esperienza, e troverete porte aperte in un Paese che applica le regole e che fornisce servizi eccellenti.